

L’oro ha chiuso in rialzo con le attese che la Fed ha finito definitivamente con il rialzo dei tassi d’interesse. I timori crescono per il rallentamento economico negli USA. L’indice dell’attività industriale della Fed di Philadelphia ha subito un forte rallentamento giovedì, dando un’indicazione piuttosto chiara che la crescita economica potrebbe non essere così forte nel futuro. I soldi che cercano un bene rifugio sono in crescita, dopo una settimana nella quale abbiamo avuto diverse indicazioni di “rischio paese”. E’ iniziato con la Tailandia dove c’è stato un colpo di stato, poi le manifestazioni in Ungheria e lo scandalo politico in Brasile subito prima delle elezioni. L’Ecuador ha indicato la possibilità di un default sul debito pubblico e la coalizione nella Polonia è caduta due giorni fa. La Sud Africa ha anche annunciato un deficit del conto corrente particolarmente alto.
Il calo continua per il petrolio con la scadenza di novembre che si avvicina a $60. L’ultima scadenza, dicembre 2012 quota già sotto questa soglia. Alcuni analisti dicono che $60 sarà il livello che l’Opec vorrà difendere a tutti i costi. La Petrologistics (una società che usufruisce di fonti di informazioni vicine ai porti di esportazioni per produrre report sulla produzione mondiale) dice che già nel mese di settembre l’Opec ha avuto un calo della produzione per 400 mila barili al giorno rispetto ad agosto. La maggior parte di questo calo è dovuta alla produzione dell’Arabia Saudita, il “swing producer” del gruppo. Effettivamente per le nazioni dell’Opec, i ricavi in più che hanno ricevuto negli ultimi anni sono diventati necessari per tenere insieme delle nazioni che altrimenti avrebbero delle grandi difficoltà solo per sopravvivere.
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