venerdì, settembre 29, 2006

PETROLIO e ORO recuperano e sono verdi






Rialzo per il petrolio ieri con i timori per un taglio della produzione Opec. Le scorte sono state di 324,8 milioni di barili (-100 mila barili rispetto alla settimana scorsa). Non si aspetta però una riunione straordinaria dell’Opec fino alla conclusione della festività mussulmana Ramadan verso la fine dell’ottobre. Gli USA continua ad importare delle quantità enormi di petrolio. La settimana scorsa ha visto delle importazioni per 11,1 milioni di barili al giorno, quasi un record. Questo fatto è visto dall’Opec come una prova di un mercato troppo ben fornito. Nonostante le importazioni da record, è interessante riflettere sul fatto che le scorte sono state in calo. La prossima settimana potrebbe indicare una crescita delle scorte invece per l’effetto della ripresa della produzione a Prudhoe Bay, che conta per circa 400 mila barili al giorno.


L’Oro segna un rialzo e supera la soglia di $600 l’oncia (per il contratto di dicembre). La spinta è arrivata dalla convinzione che la Fed non alzerà più i tassi per motivi di un rallentamento economico. I dati sugli ordini per i beni durevoli sono state sotto le attese: -0,5% ad agosto, mentre i dati annunciati precedentemente per luglio sono stati rivisti al ribasso: -2,7% rispetto al -2,4% precedentemente annunciato. Il martedì è stato la fine del secondo anno dell’accordo delle banche centrali sulla vendita dell’oro. Il calo del prezzo vicino alla scadenza non si è verificato, e questo fa pensare che non c’è stata una corsa per vendere prima della scadenza. I dati ufficiali delle vendite per l’anno saranno resi pubblici martedì prossimo.

sabato, settembre 23, 2006

Oro sale poco e petrolio ancora giù ...






L’oro ha chiuso in rialzo con le attese che la Fed ha finito definitivamente con il rialzo dei tassi d’interesse. I timori crescono per il rallentamento economico negli USA. L’indice dell’attività industriale della Fed di Philadelphia ha subito un forte rallentamento giovedì, dando un’indicazione piuttosto chiara che la crescita economica potrebbe non essere così forte nel futuro. I soldi che cercano un bene rifugio sono in crescita, dopo una settimana nella quale abbiamo avuto diverse indicazioni di “rischio paese”. E’ iniziato con la Tailandia dove c’è stato un colpo di stato, poi le manifestazioni in Ungheria e lo scandalo politico in Brasile subito prima delle elezioni. L’Ecuador ha indicato la possibilità di un default sul debito pubblico e la coalizione nella Polonia è caduta due giorni fa. La Sud Africa ha anche annunciato un deficit del conto corrente particolarmente alto.




Il calo continua per il petrolio con la scadenza di novembre che si avvicina a $60. L’ultima scadenza, dicembre 2012 quota già sotto questa soglia. Alcuni analisti dicono che $60 sarà il livello che l’Opec vorrà difendere a tutti i costi. La Petrologistics (una società che usufruisce di fonti di informazioni vicine ai porti di esportazioni per produrre report sulla produzione mondiale) dice che già nel mese di settembre l’Opec ha avuto un calo della produzione per 400 mila barili al giorno rispetto ad agosto. La maggior parte di questo calo è dovuta alla produzione dell’Arabia Saudita, il “swing producer” del gruppo. Effettivamente per le nazioni dell’Opec, i ricavi in più che hanno ricevuto negli ultimi anni sono diventati necessari per tenere insieme delle nazioni che altrimenti avrebbero delle grandi difficoltà solo per sopravvivere.

venerdì, settembre 22, 2006

Petrolio a 60 $ ......









Il petrolio continua a calare. Le scorte sono in calo ma rimangono sempre sopra il range degli ultimi anni: 324,9 milioni di barili (-2,8 milioni di barili rispetto alla settimana scorsa). Le scorte sono più alte di 16,8 milioni di barili rispetto all’anno scorso. Il prezzo viene trainato in basso dalla crescita delle scorte dei prodotti raffinati come la benzina e la nafta. I prezzi più bassi per questi prodotti riducono i margini di guadagno per le raffinerie e quindi diminuirà la domanda per il petrolio greggio. Il crollo del petrolio dalla fine di luglio fino alla fine di settembre ha visto la perdita di quasi $18 per barile o quasi 25%. La curva delle scadenza offre un’opportunità interessante per chi crede nel picco del petrolio: il petrolio meno costoso adesso è quello per consegna nel dicembre del 2012.



Leggero rialzo per l’oro ieri dopo la decisione (in linea con le attese del mercato) di lasciare i tassi d’interesse invariati negli USA. La Fed ha indicato che alcuni rischi di inflazione rimangono e che quindi ci potrebbe essere bisogno di un altro stretto monetario più avanti. Hanno detto anche che secondo la loro analisi, le pressioni inflazionistiche dovrebbero “moderare” col tempo. Bisogna dire che il calo dei prezzi dell’energia sta aiutando molto in questo momento (anche se il tasso “core” li esclude) e potrebbe rivelare la posizione giusta quella di “stare a vedere” invece di continuare con il rialzo dei tassi. E’ altrettanto probabile che la Fed sia preoccupata per la situazione nel mercato immobiliare dove non è ancora chiaro gli effetti che avrà sull’economia in generale.

lunedì, settembre 18, 2006

15/09/2006 - Petrolio ancora giù .....





Una seduta in calo per tutte le scadenze tranne l’ottobre di 2006. Le quotazioni rimangono sotto pressione e attualmente sono intorno ai minimi degli ultimi sei mesi perché le scorte indicano una fornitura adeguata per l’inverno. Gli osservatori del mercato del petrolio si stanno interrogando sui motivi per questo calo: è veramente solo una questione stagionale oppure stiamo assistendo ad un cambiamento strutturale? L’IEA di Parigi ha indicato questa settimana che i suoi dati potrebbero sottostimare la domanda reale mondiale per circa 400 mila barili al giorno. Però per sia il 2006 che il 2007, l’IEA ha abbassato le stime della crescita della domanda. Allo stesso tempo, ha anche abbassato le stime per la produzione di petrolio ex-Opec. E’ da notare che il prezzo del future dicembre 2012 è il più basso dell’intera curva delle scadenze a parte l’ottobre 2006.


Leggero calo per l’oro ieri dopo i dati sui prezzi al dettaglio che hanno indicato un calo dell’inflazione rispetto al mese precedente. I prezzi al dettaglio per agosto sono stati in aumento dello 0,2%, e in aumento del 3,8% rispetto ad un anno fa. Escludendo il cibo e l’energia, l’aumento è stato sempre dello 0,2% per il mese ma in aumento solo del 2,8% rispetto all’anno precedente. La conseguenza di questi dati potrebbe essere un prolungamento della pausa per il rialzo dei tassi d’interesse iniziata il mese scorso. Il mercato dei future sui tassi sconta un taglio dei tassi prima della metà del 2007. La liquidazione delle posizioni speculative sta prendendo piede e potrebbe continuare anche nella prossima settimana.

domenica, settembre 10, 2006

Petrolio a 66,25 ancora giù .....




Il petrolio tocca i minimi degli ultimi 5 mesi ieri dopo l’annuncio della BP che la produzione di Prudhoe Bay riprenderà prima di quanto precedentemente indicato. La società ha detto che il campo potrebbe tornare alla sua piena capacità di 400 mila barili al giorno entro la fine di ottobre. Ci sono stati dei problemi al campo legato alle condizioni dell’infrastruttura, soprattutto i tubi dove ci sono stati problemi di corrosione e perdite. In altre notizie, la società Royal Dutch Shell ha indicato che la produzione della sua piattaforma “Mars” nel Golfo di Messico è arrivata a 190 mila barili al giorno, un aumento del 20% rispetto ai livelli di produzione prima di Katrina un anno fa. La zona di Mars è stata una delle più danneggiate durante l’uragano ed è tornata in produzione solo a maggio di quest’anno.

venerdì, settembre 08, 2006

Dopo un massimo viene una discesa ... compreso

Oro (chiusura a 618,90 min 615,00) e Petrolio (chiusura a 67,32 min 66,76)

Il petrolio continua il suo calo, nonostante i dati sulle scorte: 330,6 milioni di barili (-2,2 milioni di barili rispetto alla settimana scorsa). Il calo è stato legato più che altro all’aumento dei prodotti raffinati (benzina e nafta) che implica un mercato dove le tensioni sono in calo. Il calo delle scorte di petrolio è dovuto, secondo l’EIA (Energy Information Agency) al calo delle importazioni, che sono state di 10,4 milioni di barili al giorno per la settimana fino al 1° settembre, un calo di quasi 800 mila barili al giorno rispetto alla settimana precedente. Un analista ha commentato su un fenomeno interessante: questo Labor Day ha segnato la prima volta in due anni che il prezzo del petrolio è più basso rispetto all’anno precedente. Si pone la domanda se questo è l’inizio di un cambiamento di rotta per questa materia prima.

Calo per l’oro ieri con i timori per un altro rialzo dei tassi d’interesse, reso necessario per il contenimento dell’inflazione. Altri analisti ritengono invece che l’inflazione dovrebbe calare insieme ai prezzi d’energia. Questo ragionamento segue come conseguenza dell’osservazione sopra nella sezione sul petrolio: se i prezzi dell’energia sono in forte calo, si potrebbe ragionevolmente aspettarsi un calo dell’inflazione. Alcuni analisti quantificano l’effetto in un tasso d’inflazione per il settembre di 2,5% rispetto al 4% di agosto. Durante il periodo, il petrolio greggio è stato in calo di 10%. Il calo dell’oro è probabilmente anche legato al calo apparente delle tensioni mondiali. La società sud-africana Goldfields ha annunciato che amplierà la produzione di due delle sue miniere già esistenti. L’effetto sarà un aumento di 10 milioni di once spalmate nel periodo 2011 – 2021.