Anche Filippo Botteri crolla davanti agli inquirenti e indica il luogo dell'omicidio, in provincia di Parma
Roveraro, confessa l'ex socio"L'ho ucciso l'8 luglio, all'alba"
La vittima aveva detto ai rapitori: "Non ve la caverete, io vi rovino"
MILANO - "L'ho ucciso l'8 luglio, all'alba". Filippo Botteri, ex socio di Gianmarco Roveraro, ha confessato l'omicidio del finanziere nel corso dell'interrogatorio al quale è stato sottoposto oggi al Palazzo di Giustizia di Milano. Un "doppio interrogatorio", prima davanti al gip Guido Salvini e poi davanti ai pm Mario Venditti e Alberto Nobili, durante il quale il consulente finanziario ha indicato ai magistrati che la Megane Scenic, l'automobile utilizzata per il sequestro, si trova a Mentone, ma soprattutto ha rivelato il luogo in cui è stato compiuto l'omicidio: si troverebbe nel comune di Sala Baganza, in provincia di Parma. La confessione di Botteri completerebbe, dunque, il quadro della vicenda, anche con i dettagli sulle modalità dell'assassinio. La mattina dell'8 luglio, a quanto si apprende, Botteri e Roveraro avevano litigato. E il finanziere aveva minacciato i suoi rapitori: "Non ve la caverete, io vi rovino". Sarebbe stata questa la frase che ha fatto perdere la testa al sue ex socio, che a quel punto avrebbe preso la pistola e sparato all'ostaggio. L'arma, con ogni probabilità, era già stata usata per spaventare Roveraro nei giorni precedenti, dunque era presente nel luogo in cui il finanziere era stato portato dai suoi sequestratori. Dopo l'omicidio, però, Botteri avrebbe chiamato uno dei complici, Emilio Toscani, per dirgli che cosa aveva fatto. Solo in un altro momento, alla presenza di Toscani, che tuttavia non lo avrebbe aiutato, Botteri avrebbe mutilato il corpo di Roveraro per poi portare i suoi resti dove sono stati ritrovati venerdì scorso dagli inquirenti, a bordo di una Honda Legend di proprietà di Toscani.
La telefonata fatta da Botteri a Toscani, in cui gli avrebbe confessato quanto accaduto, non è stata intercettata dagli investigatori, che erano riusciti a mettere sotto controllo i primi telefoni - da quello intestato all'ex socio a quelli dei familiari e amici della vittima - solo a partire dalle 19.30, circa, di quel sabato. Intanto, in giornata, i carabinieri del Ris di Parma hanno compiuto un nuovo sopralluogo, dopo quello effettuato ieri sera, nel cascinale presso Albareto, in provincia di Modena, dove Roveraro è stato tenuto durante i primi giorni del sequestro. Al cascinale, una vecchia proprietà dell'ex Magistrato del Po, ristrutturata di recente, gli inquirenti erano arrivati ieri sera, guidati da Marco Baldi, uno dei tre arrestati con l'accusa di sequestro di persona.
(25 luglio 2006)
mercoledì, agosto 16, 2006
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